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Channel: La Giocata » L’Osservatore
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Leader nato

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«Difficile per Benassi fare il capitano a 22 anni? No, non è facile svegliarsi alle 4 e mezza del mattino e andare a lavorare alle 6 per restarci tutto il giorno. Marco deve essere contento e orgoglioso di essere capitano del Torino a 22 anni, perché è una persona fortunata come tutti noi». Sinisa Mihajlovic ha risposto con lo stile diretto che lo contraddistingue quando gli è stato chiesto della promozione di Benassi a capitano. Il centrocampista granata, anche se solo ventiduenne, è un giocatore già mentalmente formato per il calcio d’alto livello, pronto a prendersi responsabilità in campo non comuni per un ragazzo della sua età. E se anche nella sua ultima esperienza con l’Under-21 Di Biagio l’ha promosso capitano, evidentemente qualcosa ci deve essere nel modo di stare in campo di Benassi che lo rende un trascinatore.

Guardandolo in campo con la fascia al braccio l’approccio al ruolo di Benassi è quello dei capitani che guidano con l’esempio ed è forse una cosa che gli viene naturale, visto il suo stile di gioco che comprende tratti da tuttocampista: è infatti una mezzala tecnica, con il fisico perfetto per il ruolo (184 cm x 80 kg) e una buona reattività per assecondare i suoi ottimi istinti senza palla. Tutto si sposa alla perfezione con la figura del giocatore pronto a muoversi lungo tutto il campo per aiutare la squadra, che partecipa alla manovra con o senza palla, vista l’intensità con cui si muove per smarcarsi e ricevere. Insomma, un perfetto capitano.

Il suo gioco a tutto tondo viene quasi sottostimato dalle statistiche: uno dei rischi del saper fare tutto bene è non avere un tratto che eccelle sugli altri ed è stato bravo Mihajlovic a capire che più che specializzare Benassi in un compito specifico era meglio assecondarne l’inclinazione naturale a esaltare un sistema adattandovisi. In un Torino verticale, ma con un attacco che vuole essere più elaborato, Mihajlovic non ha cercato di sopprimere gli istinti di Benassi, ad esempio nelle scelte in fase di recupero palla o nella sua attrazione verso l’area di rigore: come detto in conferenza stampa dal giocatore stesso per parlare del suo inizio di stagione, per sua stessa ammissione la migliore della sua carriera finora, Benassi preferisce attaccare e questo si tramuta in un atteggiamento sempre proattivo senza palla e verticale con essa.

GolBenassivsCagliari.gif
Il gol più bello segnato in campionato finora.

Partendo dalla posizione di mezzala destra e coordinandosi quindi con il regista Valdifiori e il terzino destro Zappacosta per la posizione in cui ricevere in campo, Benassi dà il meglio di sé quando può ricevere avendo spazio per puntare l’area, potendo scegliere se servire un compagno libero e poi fiondarsi in area senza palla oppure cercare direttamente il tiro. Pur aumentando sensibilmente il numero di tocchi e di passaggi a partita (per aiutare il possesso si abbassa a toccare palloni anche al limite della sua area), quando riceve con spazio Benassi punta l’area senza pensarci due volte, aiutato da un primo controllo perfetto.

Ottimo nella varietà di passaggi, competente in fase di recupero palla, ormai chiaramente una minaccia per il portiere avversario (già 4 gol finora) e bravo anche nella protezione del pallone se pressato, forse alcune volte si fa prendere la mano, fidandosi troppo del suo talento, il che si traduce in giocate di puro istinto. A volte infatti fa scelte che risultano in passaggi sbagliati concettualmente o troppo difficili per i compagni. È sicuramente un aspetto da limare per poter fare un ulteriore salto di qualità, ma già ora Benassi può pensare senza false speranze al Mondiale in Russia. Il suo esordio in Nazionale è (giustamente) solo questione di tempo.


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