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Zieliński sliding doors

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Siamo in quel periodo dell’anno in cui tutti i giocatori vengono associati a tutte le squadre. Chi sa di cosa sto parlando è Fabrizio Corsi, presidente dell’Empoli, che nell’ultimo mese avrà ricevuto chiamate da praticamente tutta Europa.

Sono sicuro che un argomento molto dibattuto, ad esempio, è Piotr Zieliński, uno dei vertici del rombo più cool della Serie A. Il polacco, non a caso, è stato associato dalla stampa di mercato a tutte le squadre di vertice del campionato italiano.

Ma è davvero maturo per il decollo? E in quale squadra potrebbe crescere meglio?

Zieliński al Napoli

Uno dei primi allenatori ad accorgersi delle potenzialità di Zieliński fu Maurizio Sarri, quando l’attuale tecnico del Napoli stava guidando l’Empoli a una prima trionfale stagione in Serie A. Il polacco arrivò da Udine nell’estate del 2014 presentandosi da trequartista, ma Sarri, complice anche l’arrivo di Saponara, lo trasformò in mezzala.

Zieliński a Napoli si ritroverebbe però schiacciato dalla concorrenza di Allan e Hamšík. A livello tecnico, il polacco si pone a metà tra questi due giocatori: il grosso margine di miglioramento di Zieliński sta infatti nell’aggressività a tutto campo del brasiliano (tenta poco più della metà dei contrasti, 3.99 ogni 90 minuti contro i 6.60 di Allan) e nella creatività nella trequarti avversaria dello slovacco (esegue poco più della metà dei passaggi chiave, 1.50 ogni 90 minuti contro i 2.24 di Hamšík).

Per Sarri sarebbe difficile preferirlo e Zieliński si ritroverebbe a prendere appunti in panchina. Non il migliore metodo di apprendimento per un calciatore.


Ok, non è ancora Hamšík, ma è comunque un bel vedere.

Zieliński alla Juve

Se a Napoli dovrebbe lottare con i propri margini di miglioramento, a Torino Zieliński avrebbe come ostacolo le gerarchie stabilite.

Nel processo di arretramento della sua posizione, Zieliński sembra avere le giuste caratteristiche per fare il regista puro. Non avendo né un grande dinamismo né una grande velocità (anzi, è abbastanza lento), il polacco già a Empoli sta iniziando a schiacciarsi sulla difesa allineandosi a Paredes.

Zieliński chiede molte volte la palla sui piedi e, se ha la sufficiente libertà per alzare la testa, ha una visione periferica ai limiti della genialità.

Alla Juve, quindi, il polacco potrebbe liberare Marchisio dalla posizione attuale per riportarlo a quella originaria di mezzala. Ma quanto coraggio servirebbe ad Allegri per lasciare in panchina uno tra Pogba e Khedira? Troppo, probabilmente.


Guai a lasciargli la libertà di alzare la testa.

Zieliński all’Inter

Chi invece sta aspettando a braccia aperte un giocatore abile a far cominciare l’azione dalla propria trequarti è l’Inter. Zieliński forse potrebbe trovare posto immediatamente da titolare nel centrocampo di Mancini, sia come mezzala di possesso che come regista puro.

Il polacco sarebbe di gran lunga il giocatore più creativo nella batteria attuale di centrocampisti nerazzurri. Nessuno tra Medel, Felipe Melo e Kondogbia supera i 0,77 passaggi chiave ogni 90 minuti, che è praticamente la metà di quanti ne esegue oggi Zieliński.

Proprio il polacco potrebbe finalmente valorizzare l’investimento fatto dall’Inter con Kondogbia, con cui formerebbe un’interessantissima coppia di mezzali. Il francese sarebbe finalmente liberato dagli oneri di creazione di gioco mentre il polacco potrebbe avvalersi della grande capacità di recupero del pallone del compagno.

Insieme potrebbero mettere in grossa difficoltà sia il recupero palla degli avversari (i due hanno tra l’altro percentuali di dribbling riusciti da trequartisti: 2.56 ogni 90 minuti per Kondogbia, 2.44 per Zieliński) che le scelte attuali di Mancini.


Dribbling e lancio millimetrico: nessuno toglie palla a Zieliński.

Zieliński alla Roma

L’incognita, invece, sarebbe vedere Zieliński in un eventuale centrocampo a due, come Spalletti sta tentando di costruire a Roma attraverso un atipico 3-4-2-1.

Zieliński, infatti, fa ancora grande fatica a coprire grosse porzioni di campo, come il centrocampo a due richiede, e impiega molto tempo nel recupero della posizione. Il polacco dovrebbe essere obbligatoriamente affiancato da qualcuno che copra il campo al posto suo, come un recuperatore folle di palloni alla Nainggolan, ma così lascerebbe in panchina un intero centrocampo titolare (Pjanić, Keita, Vainqueur, fino ad arrivare al redivivo Strootman).

Oltre alla concorrenza spietata in spogliatoio, Zieliński dovrebbe stare attento anche alla pressione esterna. Se persino a Udine riuscì a farsi rimproverare dai suoi tifosi per un’innocua immagine su Instagram, figuriamoci a Roma.


D’altra parte, nasce pur sempre come trequartista.

Se davvero Zieliński non si sente vice di nessuno, allora farà meglio a scegliere con attenzione la sua prossima destinazione.


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